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La cooperazione sociale

La coperazione sociale

 

La cooperazione sociale nasce nel 1991 con la Legge n. 381 che istituisce una nuova forma di cooperazione sociale che non persegue soltanto l'interesse dei soci ma al contempo il benessere della comunità nella quale è inserita.

 

La Legge del 1991 non è altro che il punto di arrivo di oltre venti anni di esperienza delle "cooperative di solidarietà sociale" impegnate nei confronti delle fasce più svantaggiate della popolazione attraverso l'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e la promozione e gestione di servizi alla persona.

 

La scelta della cooperazione sociale come forma di organizzazione societaria estende la finalità di operare per il benessere, dai soci alla comunità locale e in particolare a coloro che sono più deboli. La scelta del non profit come ricerca di un equilibrato rapporto tra costi e ricavi, in alternativa ai modelli aziendali centrati sul profitto, per consentire una equa remunerazione dei lavoratori e il reinvestimento degli utili per il consolidamento della cooperativa e la realizzazione di nuove attività.

 

Le cooperative sociali sono società cooperative che hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi e la gestione di attività commerciali finalizzate all'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

 

Le cooperative sociali sono società cooperative che hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi e la gestione di attività commerciali finalizzate all'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.

 

Quanto detto ci porta a identificare due tipologie di cooperative sociali:

  • cooperativa sociale di tipo A che offre servizi alla persona;
  • cooperativa sociale di tipo B che si occupa dell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate;
  • cooperative sociali miste (sia di tipo A che di tipo B).

Le cooperative sociali gestiscono prevalentemente servizi socio-sanitari ed educativi oppure altri generi di attività che hanno come obiettivo l'inserimento nel mercato del lavoro di persone svantaggiate.

 

Vantaggi societari di una cooperativa

  • una maggiore retribuzione;
  • acquisto dei beni ad un prezzo più basso;
  • migliori condizioni di lavoro e di remunerazione, rispetto a quelle del resto del mercato;
  • una notevole riduzione dei costi di gestione per la singola impresa.

Infatti, a differenza delle società, il cui fine ultimo è la realizzazione del lucro e si concretizza nel riparto degli utili patrimoniali, le società cooperative assicurano ai propri soci beni, servizi o occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato.

Il Codice del terzo settore (D.Lgs. 117/2017) definisce: “Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute”.

 

Una Società Cooperativa può essere riconosciuta a mutualità prevalente o avere una forma diversa; le Cooperative Sociali sono sempre a mutualità prevalente.

 

E' possibile costituire una cooperativa con un numero di soci compreso tra 3 e 8 quando gli stessi siano esclusivamente persone fisiche. In questo caso la società dovrà adottare la disciplina della società a responsabilità limitata. (nel caso di attività agricola possono essere soci anche le società semplici).

 

La cooperativa è un'impresa – in forma di società – nella quale il fine e il fondamento dell'agire economico è il soddisfacimento dei bisogni della persona, vale a dire il socio.

Assumere persone svantaggiate significa supportarle nella piena inclusione sociale. In cooperativa ci dedichiamo alla selezione, all'affiancamento, alla progettazione e al monitoraggio dei loro percorsi. Un tutor interno della cooperativa sostiene l'operatore nell'acquisizione del nuovo ruolo lavorativo.

 

A tal fine, si considerano persone svantaggiate: gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, le persone detenute o internate negli istituti penitenziari, i condannati e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro all'esterno.